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PREMESSA

La Industry 4.0 è un processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa.

L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all’Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria, presentò al governo tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro.

LE RIVOLUZIONI INDUSTRIALI

Finora le rivoluzioni industriali del mondo occidentale sono state tre: nel 1784 con la nascita della macchina a vapore e di conseguenza con lo sfruttamento della potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione; nel 1870 con il via alla produzione di massa attraverso l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l’avvento del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica; nel 1940 con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l’era digitale destinata ad incrementare i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’ICT.

La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora stabilita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile indicarne l’atto fondante. L’argomento è stato al centro del World Economic Forum 2016, dal 20 al 24 gennaio a Davos (Svizzera), intitolato appunto “Mastering the Fourth Industrial Revolution”.

La Industry 4.0 cambierà il lavoro, con nuove professionalità che saranno necessarie e altre che potrebbero scomparire.

start up

E I PROSSIMI ANNI?

Dalla ricerca “The Future of the Jobs” presentata al World Economic Forum è emerso che, nei prossimi  anni, fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l’evoluzione del lavoro. Alcuni sono già all’opera e lo faranno ancora di più nei prossimi 2-3 anni.

L’effetto sarà la creazione di 2 nuovi milioni di posti di lavoro, ma contemporaneamente ne spariranno 7, con un saldo negativo di oltre 5 milioni di posti di lavoro.

Le perdite di posti di lavoro si avranno nell’amministrazione e nella produzione.

Secondo la ricerca saranno compensate dall’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria.

Cambiano di conseguenza le competenze ricercate dalle aziende: il problem solving è la più ricercata, così come il pensiero critico e la creatività per lo Smart Manufacturing e lo Smart Working.

Con  riferimento alla Circolare n. 4/E del 30 marzo 2017, Agenzia Entrate, Ministero dello Sviluppo Economico (paragrafo 13: “Dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0”), che “la maggiore informatizzazione ed automazione dei processi produttivi potrà innanzi tutto comportare un importante e positivo impatto sul controllo dei rischi da sovraccarico biomeccanico i cui effetti sulla salute costituiscono ormai da anni la principale causa di disagio e di riconoscimento di malattia professionale”. E dunque la ancor più stretta interconnessione tra sistemi fisici e informatici, “migliorando l’interfaccia uomo-macchina, migliorerà anche le condizioni di lavoro in termini di ergonomia e di sicurezza, determinando una serie di riflessi positivi sul sistema”.

POSSIBILI CONSEGUENZE

Alcune possibili conseguenze dei nuovi scenari:

- diminuzione degli infortuni e delle malattie professionali: “il vantaggio è per tutto il sistema in quanto coinvolge i lavoratori, le imprese e le società”. Partendo infatti anche dai dati sui costi sociali, diretti e indiretti di infortuni e malattie professionali, diventa ancor più evidente l’importanza per le aziende di potersi dotare di “sistemi di produzione che riducono il rischio di infortuni e che limitano le esposizioni professionali ai vari fattori di rischio per la salute”;

- facilitazione del reinserimento dei lavoratori “fragili”: il relatore indica che “il maggiore controllo del carico fisico e mentale del lavoro attraverso i nuovi sistemi di produzione, può facilitare l’integrazione dei lavoratori disabili e favorire il reinserimento di quelli che rientrano al lavoro con gravi patologie croniche o degenerative, che hanno già comportato importanti interventi chirurgici o cicli di terapie efficaci ma debilitanti”;

- gestione dell’invecchiamento della forza lavoro: migliorando l’ambiente e le condizioni di lavoro, Industry 4.0 “può contribuire alla realizzazione della reciproca promozione tra lavoro e salute, fondamento della strategia per il perseguimento dell’ invecchiamento attivo. In particolare realizzando condizioni ed ambienti di lavoro favorevoli per la tutela della salute e della sicurezza, può contribuire, con la promozione della salute, la formazione e l’empowerment, al mantenimento al lavoro di lavoratori anziani ancora ‘attivi’ e ‘sani’ o comunque in grado di esprimere una capacità lavorativa ancora valorizzabile per la loro integrazione”.

In definitiva quale sarà l’impatto della cosiddetta quarta rivoluzione industriale sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro?

L’ istituto Nazionale della Ricerca e della Sicurezza francese (INRS) ritiene che “in materia di salute sul lavoro «Industria 4.0» non sia a priori né favorevole, né sfavorevole.

Tutto dipenderà dalle modalità con cui verranno sfruttate le sue opportunità”.

Infatti, conclude la relazione, se prevarrà:

- un approccio «olistico», “attento anche alle esigenze di salute e di sicurezza dei lavoratori, sicuramente l’innovazione comporterà dei notevoli vantaggi e miglioramenti per tutti;

- una visione puramente incentrata sugli aspetti «economici», “in un quadro non adeguatamente regolato, a seguito della forte automazione ed informatizzazione del lavoro, il rischio di un impatto negativo sulla salute dei lavoratori è invece possibile da vari punti di vista: intensificazione del carico di lavoro, aumento dei vincoli organizzativi, sovraccarico informativo, spersonalizzazione con perdita del senso del lavoro, difficoltà nella separazione tra vita privata e vita professionale”.

Infine ci si sofferma sulla eventuale perdita dei posti di lavoro: i medici competenti devono tener conto del possibile impatto negativo sull’occupazione di «Industria 4.0» e degli effetti che “la perdita del posto di lavoro può avere sulla salute in termini di sofferenza fisica, mentale e sociale”.

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