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Gestione delle Emozioni al Lavoro: Come l'Intelligenza Emotiva influenza la Soddisfazione, il Commitment aziendale e il Turn-Over

Negli ultimi anni, l'Intelligenza Emotiva è diventata una delle competenze più discusse nel mondo del lavoro. Ma quanto influisce davvero sulla soddisfazione e sulle performance lavorative? Una meta-analisi (Miao et al. 2016) ha analizzato oltre 100 studi scientifici su questo tema fornendo indicazioni interessanti e indicando quanto e come l'Intelligenza Emotiva contribuisce a migliorare la soddisfazione lavorativa, ridurre il turnover e favorire un maggiore impegno organizzativo.

Il concetto di Intelligenza Emotiva, sviluppato inizialmente da Peter Salovey e John Mayer e definito da Daniel Goleman come “La capacità di motivare sé stessi e di persistere di fronte alla frustrazione; controllare l'impulso e ritardare la gratificazione, regolare gli stati d'animo e impedire che lo stress sommerga la capacità di pensare, di empatizzare e di sperare.” Secondo la definizione di Goleman l’Intelligenza Emotiva basa su cinque dimensioni fondamentali:

  1. Autoconsapevolezza: la capacità di riconoscere e comprendere le proprie emozioni e il loro impatto sul comportamento.
  2. Autoregolazione: la capacità di controllare e adattare le proprie reazioni emotive in modo appropriato.
  3. Motivazione: la capacità di orientarsi verso obiettivi a lungo termine con determinazione, resilienza e passione, nonostante ostacoli e difficoltà.
  4. Empatia: la capacità di comprendere le emozioni e le esigenze degli altri, favorendo relazioni interpersonali efficaci.
  5. Gestione delle relazioni: la capacità di utilizzare l'intelligenza emotiva per interagire efficacemente con gli altri, risolvere conflitti e motivare le persone.

Cosa dice la scienza?

Nel loro lavoro di meta-analisi Miao et al. (2016) hanno analizzato 119 diversi studi valutando tre diverse tipologie di Intelligenza Emotiva:

  • Abilità EI (Ability EI): misurata con test oggettivi, come il MSCEIT, che valutano la capacità di riconoscere ed elaborare emozioni.
  • Self-Report EI: misurata attraverso questionari di autovalutazione, in cui i lavoratori indicano quanto si sentono abili nella gestione delle emozioni.
  • Mixed EI: una combinazione tra tratti di personalità e competenze emotive, valutata tramite strumenti come l'EQ-i.

I risultati parlano chiaro: tutte le forme di EI sono positivamente e significativamente correlate con la soddisfazione lavorativa, ma con livelli diversi di impatto:

  • Ability EI: correlazione debole (ρ^ =.08)
  • Self-Report EI: correlazione moderata (ρ^=.32)
  • Mixed EI: la correlazione più predittiva (ρ^=.39)

I risultati riportano anche correlazioni significative e positive tra l’Intelligenza Emotiva e il Commitment aziendale:

  • Self-Report EI: correlazione ρ^=.43
  • Mixed EI: correlazione ρ^=.43

Infine, i risultati riportano una correlazione significativa e negativa dell’Intelligenza Emotiva con il Turnover:

  • Self-Report EI: correlazione ρ^=-.33

Perché l'Intelligenza Emotiva conta?

Dai diversi risultati della meta-analisi si evince quindi che i lavoratori e le lavoratrici con livelli più alti di Intelligenza Emotiva tendono a:

  1. Provare maggiore Soddisfazione Lavorativa
  2. Avere un maggiore Commitment aziendale
  3. Avere minori intenzioni di Turn-Over

Implicazioni per le Aziende

Questi risultati offrono diversi spunti di riflessione per le aziende:

  • Selezione del personale: integrare test di EI nei processi di recruiting potrebbe migliorare la soddisfazione e la produttività aziendale.
  • Formazione e sviluppo: programmi di training mirati sull'EI potrebbero ridurre lo stress lavorativo e migliorare il clima organizzativo.
  • Retention e engagement: promuovere una cultura aziendale che valorizza l'Intelligenza Emotiva può ridurre il turnover e aumentare l'impegno dei dipendenti.

Limitazioni dello Studio

Nonostante i risultati rilevanti, questa meta-analisi presenta alcune limitazioni: l'eterogeneità metodologica degli studi, la prevalenza di ricerche trasversali che impediscono inferenze causali, il focus su contesti occidentali e il possibile bias di autovalutazione nei dati self-report.

Conclusione

L'Intelligenza Emotiva non è solo un "nice-to-have" nel mondo del lavoro moderno, ma una leva strategica per il successo personale e aziendale. Se vogliamo ambienti di lavoro più produttivi e felici, investire nello sviluppo dell'EI è una mossa vincente. E tu, quanto sei emotivamente intelligente nel tuo lavoro?

Autore: Giacomo Penco

Bibliografia:
Miao, C., Humphrey, R. H., & Qian, S. (2016). A meta‐analysis of emotional intelligence and work attitudes. Journal of Occupational and Organizational Psychology, 90(2), 177–202. https://doi.org/10.1111/joop.12167

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